Entra in vigore a settembre il Nuovo Codice della Crisi d’Impresa
Ecco gli indicatori che imprenditori, manager, amministratori e organi di controllo dovranno tenere monitorati
Il “Codice della Crisi d’Impresa” riforma la legge fallimentare inserendo nel nostro ordinamento meccanismi atti a prevenire la liquidazione giudiziale dell’impresa, ovvero ad evitare ciò che un tempo veniva chiamato “fallimento aziendale”.
Tale riforma introduce la sua prima novità fra pochi mesi: a settembre entra infatti in vigore l’obbligo di monitorare periodicamente l’andamento aziendale, obbligo che ricade su aziende, amministratori e organi di controllo.
Come deve essere espletato tale obbligo? Quali indicatori devono essere monitorati e con quale frequenza? Cerchiamo di rispondere per punti a queste e altre legittime domande.
- La verifica degli indicatori deve essere effettuata almeno ogni trimestre;
- Il primo indicatore da verificare è la positività del Patrimonio Netto;
- Il secondo, la sostenibilità dei flussi di cassa rispetto ai debiti commerciali e finanziari (DSCR – Debt Service Coverage Ratio);
- Il terzo, la prospettiva di continuità dell’impresa per almeno i 6 mesi successivi;
- Il quarto, taluni indici settoriali rapportati a valori-soglia;
- Il quinto, eventuali ritardi nei pagamenti dei debiti verso dipendenti, fornitori, fisco, banche, enti previdenziali.

Nel complesso contesto attuale, le imprese più avvantaggiate sono quelle che hanno già nominato dei revisori contabili: la legge introduce infatti l’obbligo di dotarsi di un adeguato assetto* (per approfondimenti si veda l’articolo sul nostro sito a questo link…) organizzativo, amministrativo e contabile consono alla natura e alle dimensioni dell’impresa stessa. I responsabili di tale assetto devono garantire una efficiente gestione aziendale e rilevare tempestivamente ogni segnale di crisi d’impresa.
Il Covid-19 ha avuto un impatto estremamente negativo sui bilanci delle aziende italiane, con riflessi che si produrranno anche sugli esercizi dei prossimi anni. Per questa ragione diventa ancora più importante adeguarsi alle novità introdotte dal Codice della Crisi d’Impresa. L’entrata in vigore degli indicatori di allerta segna un passo decisivo nell’applicazione del Codice perché introduce elementi utili all’impresa e agli organi di vigilanza ai fini della prevenzione dello stato di crisi e della preservazione della continuità aziendale. Anche se l’obbligatorietà della nomina dei revisori è stata posticipata al 2022, l’adozione della reportistica trimestrale e il monitoraggio degli indicatori potranno fare la differenza ed evitare a molte aziende di ritrovarsi in una condizione di irreversibilità e pertanto a un passo dal fallimento vero e proprio.