Che cos’è davvero un Business Plan?
Al di là dell’utilità pratica per avviare un’azienda, sarebbe utile cominciare ad utilizzarlo anche come strumento di pianificazione strategica
Che cos’è, veramente, un Business Plan?
Se traduciamo letteralmente la locuzione dall’inglese possiamo dire che “Business Plan” significa Piano Imprenditoriale o Progetto per lo Sviluppo di un’Attività economica.
Solitamente, si tratta di uno strumento richiesto all’imprenditore dagli istituti bancari per concedere linee di credito oppure utilizzato per presentare una domanda di contributi utili all’avvio o allo sviluppo dell’attività. L’elaborazione effettiva dello strumento deve analizzare il modello di business dell’azienda e, nei casi afferenti l’ottenimento di finanziamenti, la sua capacità di generare la liquidità necessaria e sufficiente per la restituzione dei fondi prestati. L’obiettivo è evidente: grazie alla stesura di un piano che illustri compiutamente la situazione economica, patrimoniale e finanziaria prospettica, gli stakeholder esterni (banche, investitori, enti pubblici, …) potranno essere convinti della bontà del progetto imprenditoriale e della sostenibilità di medio-lungo termine dello stesso e, come si dice metaforicamente, “aprire i cordoni della borsa”.
Le Banche e i Business Plan
Quanto sopra scritto vale a livello teorico, perché se scendiamo sul piano della realtà quotidiana ci troviamo innanzi a non poche sorprese.
Anzitutto va detto che le banche non basano le loro decisioni sul Progetto Imprenditoriale in quanto, è risaputo, esse concedono i finanziamenti se il richiedente fornisce garanzie reali o personali a tutela della restituzione degli stessi. La ragione è semplice: la stragrande maggioranza dei Business Plan non sono credibili perché, oltre a presentare ricavi gonfiati e costi minimizzati, non prevedono accantonamenti, né scenari alternativi.
Eccoci allora innanzi a una domanda imbarazzante: come facciamo a sapere se le ipotesi inserite nello Stato Patrimoniale e nel Conto Economico si realizzeranno per davvero? La risposta è semplice: senza uno studio del mercato, del settore, dei vantaggi e svantaggi competitivi della nascente impresa non lo sapremo mai. In tutti questi casi, la redazione del Business Plan diventa un esercizio di stile, a carico del professionista, che generalmente non coinvolge neppure l’imprenditore nell’assunzione delle ipotesi di base.
Un caso di studio
Alcuni anni fa, uno dei nostri clienti ci contattò quando era ormai troppo tardi: a soli 2 anni dall’avvio dell’attività, pur non avendo alcuna difficoltà a trovare clienti, l’impresa si era trovata in una situazione di grave sovraindebitamento: oltre ad aver generato un importante scoperto di conto corrente, non riusciva a pagare le rate del finanziamento ottenuto sulla base del Business Plan presentato a suo tempo. Il nodo stava proprio qui: analizzando il Piano Imprenditoriale constatammo che l’azienda in esso tratteggiata non aveva nessuna possibilità di svilupparsi per cui non ci si poteva meravigliare del fatto che l’impresa reale stesse per chiudere lasciando l’imprenditore con un ammontare assai cospicuo di debiti da pagare.
La conclusione a cui pervenimmo fu del tutto naturale e persino banale: il Business Plan deve essere, prima di tutto, uno strumento al servizio dell’imprenditore che gli permetta di comprendere, prima di indebitarsi, come strutturare un modello di business efficace e realmente profittevole.
Un tale strumento può essere elaborato attraverso un sapiente percorso a quattro mani, svolto infatti dal consulente e dall’imprenditore insieme, in modo da pervenire al lancio di un’impresa che abbia successo.
Mentre nei Paesi anglosassoni le cose funzionano già in questo modo, in Italia paghiamo ancora a caro prezzo l’arretratezza della nostra cultura imprenditoriale e la scarsa presenza di competenze manageriali di alto livello, problematiche che hanno sinora frenato l’uso sapiente di utili tools come il Business Plan.
Il Business Plan come strumento di pianificazione strategica
A questo punto, il Business Plan deve a nostro avviso diventare lo strumento di pianificazione strategica per eccellenza e pertanto individuare gli obiettivi di medio e lungo periodo dell’impresa, la conseguente allocazione delle risorse e lo sviluppo delle attività necessarie per il loro raggiungimento. Per fare strategia, la chiave di volta consiste nel processo a quattro mani che porta alla stesura del Business Plan: una volta analizzati i bisogni del mercato di riferimento, organizzata la struttura imprenditoriale, elaborato il sistema di offerta e analizzato il contesto competitivo nel quale l’attività verrà svolta, definire obiettivi, azioni e risultati attesi diventa più semplice.
Gli strumenti a disposizione del professionista
Per elaborare un Business Plan nel modo sopra delineato è necessario un processo di apprendimento, studio, analisi, revisione e applicazione continua. Le Business School del pianeta hanno sviluppato centinaia di tools e frameworks a cui possiamo attingere a piene mani: alcuni sono oggi vetusti, altri hanno trovato larga diffusione anche in ambiti diversi da quelli imprenditoriali.
Il singolo professionista che si voglia specializzare nella redazione di Business Plan deve costruire la sua personale cassetta degli attrezzi, il suo metodo di lavoro e applicare sapientemente strumenti e strategie che si tradurranno in occasione di aggiornamento e accrescimento professionale. Proprio perché le strade percorribili sono molteplici, sarebbe riduttivo, semplicistico e deleterio, per l’imprenditore, utilizzare un singolo modello di Business Plan per tutti i clienti. Fare strategia imprenditoriale è infatti un’arte che richiede competenze tecniche e un pizzico di genialità.