L’impatto sulle banche dei fallimenti aziendali

In risposta ad interrogazioni parlamentari, Andrea Enria ha dato importanti aggiornamenti sul tema

L’Autorità bancaria sta effettuando diversi stress test sui bilanci bancari per valutare l’impatto “di fallimenti e altri possibili eventi di deterioramento delle esposizioni creditizie sui bilanci delle banche dell’area euro, sia in uno scenario di base, sia in uno scenario avverso”. Lo scrive il presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce, Andrea Enria, in risposta ad alcune interrogazioni parlamentari.

Enria precisa che il livello dei fallimenti, fra il 2019 e il 2020, è diminuito grazie al sostegno e, in alcuni casi, alla sospensione, da parte delle autorità pubbliche, dell’apertura obbligatoria della procedura di insolvenza. Proprio per questo, il presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce torna a sollecitare le banche a “segnalare tempestivamente qualsiasi deterioramento della qualità degli attivi”. E, di fronte alle richieste di un allentamento dei requisiti riguardanti la copertura dei crediti deteriorati, Enria ribadisce come “essenziale che le aspettative riguardanti la copertura degli Npl non vengano ulteriormente modificate”.

Di fronte alle richieste di estensione dell’articolo 500 del Regolamento sui requisiti patrimoniali, Enria ha dichiarato che tale estensione potrebbe “determinare un’ingiustificata sottostima dei parametri di rischio e una riduzione dei requisiti patrimoniali, accrescendo quindi il rischio a carico dei contribuenti durante la prossima crisi”.

 

Sulle proposte di modifica degli orientamenti dell’Eba concernenti la definizione di default egli ha sostenuto con forza che il regime attuale “consente già alle banche la flessibilità di accordare misure di concessione (forbearance), senza che sia necessaria la riclassificazione automatica in default per fini prudenziali”. 

Per quanto infine attiene alle proposte di sospensione temporanea dell’ultima riforma di Basilea 3, Enria ricorda che il Comitato di Basilea, già a marzo 2020, ha prorogato di un anno la tempistica di attuazione a livello internazionale per consentire alle banche di rispondere all’impatto economico della pandemia da Covid-19. “L’attuazione inizierà quindi nel 2023, con la graduale introduzione dei nuovi requisiti fino al 2028”, un cambiamento della tempistica che “non interessa i contenuti della riforma e la pandemia da Covid-19 non pone in discussione la validità del regime”.

Il presidente dell’Abi Antonio Patuelli giudica con favore l’operato della Bce durante la crisi pandemica e a favore dell’economia europea ma segnala al contempo “rigidità dell’Eba” e la complessità del suo processo decisionale in tema di regole.

Secondo i dati più recenti comunicati dalla Banca d’Italia il 9 aprile scorso, sono attive moratorie su prestiti per un valore complessivo di circa 158 miliardi che riguardano 1,5 milioni di clienti delle banche tra imprese e famiglie. Più nello specifico, le imprese sono esposte per 123 miliardi di euro, mentre le famiglie per 29 miliardi di cui 5 legati al mutuo per la prima casa. Le moratorie totali concesse dall’inizio della pandemia sono in realtà molte di più, ma nel frattempo circa la metà sono scadute. Quelle in essere oggi rappresentano il 56% di tutte le moratorie concesse da marzo 2020 (circa 280 miliardi). Le richieste di finanziamento pervenute sono salite a quota 1,69 milioni, per un importo totale di circa 144 miliardi. Di queste, ne sono state accolte oltre il 90%, pari a 120,7 miliardi di euro.

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