“Le economie globali si avvicinano «al bordo di una scogliera»: c’è una seconda ondata anche nelle conseguenze economiche della pandemia. Dopo una prima fase, segnata da una crisi di liquidità delle imprese, segue ora una seconda, nella quale il problema sono le insolvenze, nelle quali le aziende possono rapidamente precipitare”.
Lo ha affermato l’ex governatore della BCE (M. Draghi) nel corso del suo speech al G30, il laboratorio di consulenza sulle questioni di economia monetaria in cui siedono alcuni fra i più influenti economisti del pianeta.
L’avvicinarsi al «bordo della scogliera» impone in ogni caso di intervenire con rapidità. Il rischio è quello di creare «masse di imprese zombie», che sopravviveranno a stento mantenendo in piedi un’inefficiente allocazione delle risorse.
«Stiamo entrando in una nuova era – ha detto Draghi durante la presentazione del rapporto – nella quale saranno necessarie scelte che potrebbero cambiare profondamente le economie»
Il post-Covid sarà certo un’era più delicata perché più selettiva: «Chi dovrà decidere quali compagnie dovranno essere aiutate?», è uno degli interrogativi, ha spiegato Draghi, a cui il rapporto cerca di rispondere.
Le misure a sostegno delle imprese dovranno essere inoltre accompagnate da nuove regole sui fallimenti in modo da introdurre nuove forme di ristrutturazione dei debiti che facciano evitare le liquidazioni. «Chapter 11 (le regole Usa, particolarmente friendly verso le imprese perché tendono a salvarle, ndr) ha lo spirito giusto».
Con quali bilanci nel 2021 le M-PMI si presenteranno al sistema bancario per essere (nuovamente) finanziate?
Si farà ricorso al finanziamento soci cosicché nel volgere di poco, la liquidità immessa si esaurirà lasciando irrisolta la situazione di crisi?
E soprattutto, quanto dovrà fatturare la Sua azienda nei prossimi anni perché venga assorbito tutto l’indebitamento cui si è fatto ricorso e che come un macigno peserà sui prossimi bilanci?
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Con quali bilanci nel 2021 le M-PMI si presenteranno al sistema bancario per essere (nuovamente) finanziate?
Si farà ricorso al finanziamento soci cosicché nel volgere di poco, la liquidità immessa si esaurirà lasciando irrisolta la situazione di crisi?
E soprattutto, quanto dovrà fatturare la Sua azienda nei prossimi anni perché venga assorbito tutto l’indebitamento cui si è fatto ricorso e che come un macigno peserà sui prossimi bilanci?
Su queste premesse, tre sono le alternative per le imprese colpite dalla crisi:
Non fare nulla, scegliendo di fatto di uscire dal mercato in attesa del fallimento.
Immettere nuova finanza nella speranza di fare un 2021 tanto strepitoso da far recuperare quanto perso nel 2020.
Ristrutturare l’azienda in modo da alleggerirla dai debiti per poterla gestire attraverso l’attuale situazione e solo successivamente ricapitalizzarla.
A nostro avviso (ed anche secondo i più illustri economisti mondiali) la prima opzione è da evitare, la seconda è solo illusoria, la terza è quella corretta.
Ristrutturare l’impresa o semplicemente il suo debito sono attività più accessibili di quanto si possa immaginare il cui costo è abbondantemente ripagato tanto dalle falcidie debitorie che dal fatto che non sarà più necessario ripianare perdite o ricapitalizzare la società mediante le tasche degli imprenditori.
Parlatene con noi, sapremo ascoltarvi.