Secondo una recente ricerca condotta da ISTAT il 45% delle imprese con tre e più dipendenti ha sospeso l’attività ed oltre la metà delle imprese rilevate denuncia una mancanza di liquidità per far fronte al mantenimento dei costi aziendali fino al termine del 2020.
Il 38% del campione segnala forti rischi operativi e di sostenibilità dell’attività, il 42% ha richiesto sostegni per liquidità e credito (DL 18/2020 “cura Italia” e 23/2020 “rilancio).
Oltre il 70% del campione dichiara forti riduzioni del fatturato che nel 41% si è più che dimezzato.
In Livoni, Comandulli & Associati, senza creare inutili e fuorvianti allarmismi, riteniamo che avanti di questo passo oltre il 50% delle M-PMI Italiane nel 2021 saranno a forte rischio chiusura o fallimento.
È un fatto certo che presto o tardi:
Le moratorie su prestiti e finanziamenti termineranno.
Quelle su imposte e tasse altrettanto.
Il blocco ai licenziamenti verrà rimosso.
I finanziamenti garantiti da MCC non saranno più disponibili, atteso che presi una volta, difficilmente verranno ri-concessi.
Ristori e fondi perduti cesseranno.
Gli accertamenti fiscali ordinari dell’Agenzia delle Entrate, ora sospesi, riprenderanno.
Gli affitti commerciali torneranno a gravare per il 100% essendo già scaduti i termini per il credito d’imposta al 60%.
Il nuovo codice della crisi d’impresa entrerà in vigore e con esso tutte le norme assai stringenti che impongono alle imprese l’introduzione dei sistemi di allerta.
Le banche segnaleranno come inadempiente chiunque abbia uno sconfinamento o una posizione in arretrato oltre i 90 giorni.
Di fronte a questi elementi fattuali ed ineludibili, come sta preparando la Sua azienda ad affrontare lo tsunami che sta per abbattersi sull’economia italiana?
Continuando a cercare nuove linee di credito sperando di sopperire alla mancanza di ricavi?
E quando sarà esaurita la capacità di indebitamento dell’azienda?
Con quali bilanci nel 2021 le M-PMI si presenteranno al sistema bancario per essere (nuovamente) finanziate?
E soprattutto, quanto dovrà fatturare la Sua azienda nei prossimi anni perché venga assorbito tutto l’indebitamento cui si è fatto ricorso e che come un macigno peserà sui prossimi bilanci?
Si farà ricorso al finanziamento soci cosicché nel volgere di poco, la poca liquidità immessa si esaurirà lasciando irrisolta la situazione di crisi?
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In Livoni,Comandulli & Associati viceversa crediamo che la via maestra sia un accordo di ristrutturazione o un piano di risanamento cosicché il capitale investito non sia al servizio del debito ma bensì dello sviluppo di nuovo business.
Ristrutturare l’impresa o semplicemente il suo debito sono attività più accessibili di quanto si possa immaginare il cui costo è abbondantemente ripagato tanto dalle falcidie debitorie che dal fatto che non sarò più necessario ripianare perdite o ricapitalizzare la società mediante le tasche degli imprenditori.
Parlatene con noi, sapremo ascoltarvi.